L’effetto ritorno è una sensazione diffusa che fa percepire il percorso del rientro più breve rispetto a quello dell’andata, anche se il tempo impiegato e la percorrenza sono identici. Questa percezione non dipende dal tragitto, ma dalle nostre aspettative.
Per evitare che alcuni diventino inattivi, è necessario che i giovani sorveglianti – che provocano sbadigli da slogare le mascelle anche ai più boccaloni – si affidino all’abilità manuale degli “artigiani” dello spirito.
Ci sono cose nella vita che ci sfuggono perché impercettibili ai nostri sensi e altre enormi che non riusciamo a vedere. Compiamo azioni che emozionano e altre che stufano. In parte succede così anche nelle congregazioni. Alcuni annoiano, altri, invece, hanno le antenne dello spirito sempre funzionanti. Sono capaci di cogliere la profondità dell’animo da un semplice sguardo, un gesto, una parola.
Ci sono persone in grado di controllare ogni situazione e forti a tal punto da resistere ai problemi di un’intera vita. Ci sono altri che si lasciano trascinare dai venti dell’emotività e sono destinati prima o poi a vivere un’esistenza infelice. “Nulla di nuovo sotto il sole”, perciò sintetizzo la questione per non annoiare più di tanto.
Se qualcuno ha offeso la vostra coscienza morale, mancando di umanità e giustizia, è legittimo che proviate indignazione.
Nella Bibbia ci sono numerosi esempi di giusta indignazione (vedi it 2 pp.42-46). Purtroppo, fa parte della natura umana dire e fare cose che feriscono, in particolare quando qualcuno usa “il potere” per umiliare, intimidire, opprimere altri (Giacomo 3:2; Ecclesiaste 4:1; 8:9).
A volte l’indignazione è la conseguenza di un malinteso. Quando le tribù di Ruben e di Gad e la mezza tribù di Manasse edificarono presso il fiume Giordano un altare imponente, il resto d’Israele lo interpretò come un atto di ribellione contro Geova. Prima di compiere un’azione militare, questi altri israeliti inviarono una delegazione per esprimere indignazione per il presunto atto d’infedeltà. Fu un bene, perché si chiarirono i veri motivi dell’edificazione. Anzi, l’altare sarebbe servito come testimonianza della loro fedeltà a Geova. La saggezza di parlarsi fece evitare un bagno di sangue (Giosuè 22:10-34). Se non è tenuta sotto controllo, la giusta indignazione può spingere a commettere azioni sbagliate. L’indignazione non è perpetua, ha un inizio e una fine e quando raggiunge il suo scopo finisce (Isaia 57:16).