Il cambiamento e la trasformazione sono argomenti che abbiamo approfondito con la pubblicazione di molti articoli. Oggi ci soffermeremo su un cambiamento radicale di opinione: cambiare di nuovo religione.
La maggior parte dei Testimoni di Geova lo sono diventati dopo aver cambiato la loro religione di appartenenza. Una volta diventati tdG non è detto che si rimanga tali per sempre. Ogni anno sono parecchi quelli che si allontanano e ritornano a frequentare le pratiche della religione che un tempo avevano abbandonato.
I cambiamenti fanno parte della natura umana. La vita diverrebbe una gabbia insopportabile senza di essi. A volte sono le nostre scelte avventate a farci trovare in una situazione di cui ne siamo pentiti. A volte non abbiamo nessuna responsabilità se ci troviamo in difficoltà. L’assenza di cambiamenti può essere un danno, non solo per noi, ma anche per il prossimo.
I cambiamenti veri e duraturi sono quelli che permettono di misurare quanto abbiamo ricevuto all’inizio del nostro percorso cristiano e quanto resistiamo fino alla fine. Mettersi in gioco non è una prerogativa di tutti. Tutto ciò che non produce un cambiamento – ovviamente in positivo – degrada, disperde.
Forse per questo gli eccessi di entusiasmo dei convertiti in una nuova religione possono indurre a qualche fastidio, soprattutto quando chi cambia casacca cerca di presentare le nuove convinzioni con il medesimo zelo con cui presentava quelle abbandonate, senza concedersi neppure il tempo per riflettere, necessario e doveroso, tra il presente e il passato.
«I vaganti dello spirito», da una religione all’altra.
Quando si svuotano i cassetti in fretta e furia per cambiare casa e poi indossare una nuova casacca, ciò che più infastidisce sono le critiche pesanti sulla precedente religione che prima si esaltava con entusiasmo incontenibile: da cattolico a testimone di Geova e viceversa, un percorso di andata e ritorno.
I convertiti dovrebbero essere meno teatrali quando parlano del loro passato ma farebbero meglio a essere meno entusiasti della nuova posizione. Forse un giorno, cambiando le circostanze, cambieranno ancora parere. Gli eccessi non si conciliano con la spiritualità e i cassetti svuotati in fretta e furia non convincono, soprattutto quando ci si scaglia in maniera violenta e insensata contro la ex religione.
E’ molto meglio seguire l’esempio di tanti che con molta discrezione hanno fatto una scelta riservata, senza proclami e strombazzamenti vari.
Cambiare idea è legittimo, a volte giusto altre volte sbagliato. Ognuno è libero di cambiare religione, in particolare quando le motivazioni del cambio sono meditate, sofferte, animate da una forte autocritica ed esclusivamente mirate all’agire per il bene comune.