Una storia d’altri tempi.
Non è mai successo che un sindaco, laureato, con un master in Business Administration, decidesse da un giorno all’altro di lasciare il suo ufficio, per sostituire il suo concittadino pastore che si è preso il Covid con tutta la famiglia e che disperatamente cercava qualcuno che lo sostituisse.
Complimenti Sig. Sindaco! E poi dicono che i laureati sono degli sfaticati. Il fatto è accaduto nella provincia di Trapani, in Sicilia. Potete leggere l’articolo in basso.
“Queste creature non possono essere abbandonate” è l’urlo disperato del pastore. “Chi penserà loro?”. Nello spirito di Isaia “Ecco Signore manda me”, l’invito viene accolto all’istante addirittura dal primo cittadino, che non appena è venuto a conoscenza della richiesta d’aiuto, si è lanciato con entusiasmo pastorale alla cura del gregge affidatogli.
Con la pandemia in corso, la gente ha più bisogno di due braccia dedite alla pastorizia che firmare scartoffie. Il sindaco non ha mai pensato che essere un eletto sia tutto onore e gloria. Anzi. “È mettere piedi nella terra bagnata di sudore”. Che esempio di dedizione e di interesse per i suoi concittadini bisognosi.
Pastori cristiani che vi “schifate” di sporcarvi le mani con le pecore quando c’è da sfacchinare in congregazione, prendete esempio da questo laureato che della gloria dal podio e della nomina di sindaco, di fronte al bisogno se n’è fregato, pensando prima alle pecore e poi al resto.
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Vedi anche: L’ultimo pastore.
E’ nomade, vive tra i campi e le montagne con il suo gregge. Questo è il suo mondo. Parla poco, è semplice e genuino, come i veri pastori di una volta.