Ieri sera, in un incontro di parrocchia, ho sentito per l’ennesima volta la domanda: Ma noi cosa facciamo per i lontani [gli inattivi], per quelli che non vengono in chiesa? Come possiamo dire che siamo Chiesa se non viviamo “la missionarietà” a cominciare dalla nostra parrocchia?
Questa domanda suscita sempre un certo disagio, fa venire a galla tra i membri del Consiglio Pastorale un segreto malessere, come sensi confusi di colpa. Anch’io mi lascio prendere dall’impazienza e rispondo istintivamente: ma di questo abbiamo trattato ampiamente nella lettera Partenza da Emmaus! Tuttavia mi tocca aggiungere: è anche vero che questa lettera è stata la meno capita.