Si considerava privo di ogni valore e scorgeva due sole possibilità per redimersi: il suicidio o la fede in Dio. Alla fine sceglierà la fede.
“Sono stato battezzato e educato nella fede cristiana ortodossa. Me la insegnarono fino dall’infanzia e durante tutto il periodo della adolescenza e della prima giovinezza. Ma quando, a diciotto anni, abbandonai l’università al secondo corso, io non credevo ormai più a nulla di quello che mi avevano insegnato. A giudicare da alcuni ricordi, non ho neanche mai creduto seriamente, avevo soltanto fiducia in quello che mi insegnavano e in quello che professavano davanti a me i grandi; però quella fiducia era molto vacillante“.
Fu uno scrittore di successo. Le sue opere lo resero famoso in tutta Europa. Condusse gran parte della sua vita felicemente. Ricco e famoso, visse nell’agiatezza e nella serenità. Finché, un giorno, poco dopo i cinquant’anni, cominciò a credere che la sua vita non avesse alcun senso e la soddisfazione che derivava dagli agi e dai successi si trasformò in tristezza e angoscia.
Non ero malato né di corpo né di spirito, ma al contrario godevo di una forza morale e fisica… avevo una moglie buona, che mi amava e che io amavo, dei bravi figlioli, una grande proprietà, … ero rispettato dagli amici e… potevo ritenere, senza particolare vanteria, di aver raggiunto la celebrità.