Secondo papa Francesco ci sono state in passato persone e gruppi che hanno individuato nuove vie d’uscita grazie al discernimento nello Spirito, favorendo così grandi cambiamenti in seno all’umanità. Per affrontare le sfide post Covid 19, serve una rinnovata capacità di discernere in modo da acquisire nuove forme di servizio e di solidarietà. (In fondo uno stralcio del testo).
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LA DOPPIA VITA
Quando la religione tira fuori i suoi scheletri dall’armadio
Durissimo monito di papa Francesco ai pastori che hanno una doppia vita. Commentando il Vangelo di Marco durante la Messa tenuta ieri a Casa Santa Marta, Francesco ha spiegato che di fronte agli insegnamenti degli scribi, che pure “dicevano la verità”, la gente “pensava a un’altra cosa”, perché quello che dicevano “non arrivava al cuore”: insegnavano “dalla cattedra e non si interessavano alla gente”.
Il ministero di recupero per i perduti
Una proposta.
Il logo del Giubileo riprende il messaggio contenuto nel Vangelo e raffigura “Gesù che sostiene l’uomo”. Realizzato da un Padre gesuita, il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo.
Non sei pecora se non appartieni al gregge, nè pastore se sei estraneo alle pecore
Chi ama appartenere a un gregge deve avere qualcosa della pecora.
“Mio fratello. Me l’hanno ammazzato sotto il portone di casa. Chi più, chi meno, tutti hanno perso qualcuno, di qualunque fazione si fosse”. “Io non sono di nessuna fazione” replicò Firmìn [al prete]. “Di più: le bandiere mi sembrano stracci colorati che puzzano di marcio e mi basta vedere che uno ci si avvolga dentro e si riempia la bocca di inni, scudi e discorsi per farmi venire la diarrea. Ho sempre pensato che chi ama appartenere a un gregge deve avere qualcosa della pecora“.