
Cosa significa essere se stessi quando si diventa inattivi? E’ possibile ritrovarsi dopo aver perso la testa vivendo una vita «normale»?
In genere è il dolore a invocare il cambiamento. Si tratta di un malessere che si fa fatica a decifrare e a esprimere correttamente. E’ simile a una gabbia che soffoca. L’inattività è preceduta da una fase dove il dovere, le abitudini e le incombenze, non sono sentiti né pensati come prima. Si vive senza più partecipazione, non si è più «dentro» con la testa. Si prova la spiacevole sensazione di essere stati collusi (in genere con gli anziani) e di aver dato il proprio assenso ai loro consigli. L’indifferenza dei pastori, l’incapacità di capire a fondo il malessere, la mancanza di sensibilità e di vicinanza fraterna, inducono chi sta soffrendo una crisi spirituale a chiudersi in se stesso, ad annullarsi e a divenire inattivo.