Aliud est dicere, aliud est facere (Da detto al fatto v’è un gran tratto)
L’omissione è il mancato svolgimento di un determinato compito. E’ omissivo chi è inadempiente, inosservante. Il peccato di omissione consiste nel non fare ciò che Dio dice di fare. Nel nostro caso: non solo i tdG non aiutano gli inattivi, ma non fanno nulla per essi se non di criticarli.
Eppure, la condotta omissiva è penalmente perseguibile o nel caso religioso moralmente esecrabile. L’omissione può accadere come pura inerzia (non facere) o come compimento di azione diversa da quella richiesta (aliud facere). Come recita il proverbio: Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. In poche parole: i tdG parlano ma non fanno o fanno quello che in realtà non dovrebbero fare.
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«Perciò, se uno sa fare il bene e non lo fa, commette peccato». – Giacomo 4:17
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Nel caso dei tdG che seguono un comportamento omissivo, la conseguenza ha come sempre un danno. Se le pecore si perdono e i pastori non fanno nulla per trovarle né per soccorrerle, chi subisce il danno è in questo caso Geova in quanto proprietario delle pecore.
Una condotta omissiva consegue una lesione di un bene giuridico tutelato. In casi come questi, il bene leso in quanto non tutelato, è la pecora di Dio. Inoltre, chi è in grado di fare il bene e non lo fa è un peccatore. La giustizia umana persegue il reato omissivo.
La parabola del Buon Samaritano pone in rilievo quanto sia determinante la componente omissiva. (Lc 10:29-37). Di solito l’omissione la si vede negli altri mentre la si nasconde a se stessi.
A indurre il samaritano a prestare soccorso non è il precetto biblico, ma le motivazioni del cuore. Le sue “viscere” lo spingono alla misericordia.
Il sacerdote e il levita passano oltre: in fondo non fanno nulla di male, ma nemmeno del bene. Omettono di fare qualcosa. Com’è possibile che proprio le persone religiose, che frequentano regolarmente le adunanze, pregano, leggono la Bibbia, predicano alle persone, omettono di aiutare un inattivo?
È il mistero di iniquità che opera anche nella comunità cristiana. Non ci si deve stupire, ma solo interrogarsi e chiedersi se ci stiamo comportando come quelli dalla mentalità legalistica, che credono di vedere Dio ma non riescono a guardare davanti ai loro occhi chi è nel bisogno.
Tali omissivi religiosi credono di vedere Dio così lontano ma non vogliono vedere un inattivo a due passi da loro.
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